concederci pessimi cappuccini e brioches in unti bar di stazione
colazione all’ etto perché il carovita si mangia tutto
dormono le papille gustative e dormono le bariste
per questo forse in bocca abbiamo il sapore del vietnam
è così presto che dormono anche i quotidiani e le riviste
avviamoci verso vagoni incatramati oggi vestiti in bianco per farci riflettere
parliamoci mentre siamo in partenza che il rumore meccanico giustifichi il nostro ignorarci
oggi che abbiamo scoperto che siamo inversamente proporzionali
restiamo a nostro agio nel disagio come i maiali
sulle spalle abbiamo zaini che sembrano armadi
per non andare mai da nessuna parte
per coltivare funghi nei nostri stivali
carichi per tornare sempre e comunque a casa
noi torniamo sempre e comunque a casa!
noi torniamo sempre e di metafore qui ne uscirebbero fino all’ overdose
guardando avanti come un presente discretamente ottimista
candidiamo il pessimismo
non mi lavo più la faccia da quando mi hai detto che tra i più egoisti sono il primo della lista
le industrie in ritardo ci scavalcano
i cimiteri si alzano e camminano
per scrollarsi di dosso la neve
mentre sorrisi stanno aggrappati alle nostre bocche con due puntine ormai logore
sarà che queste montagne attorno ci proteggono come l ‘antiruggine
e con i pochi giorni che mancano a natale siamo costretti a sentirci
a sentirci addirittura in colpa per via del nostro sentirci tristi
a natale saremo anche tutti più buoni ma è proprio il signor natale a non esserlo con la sua dittatura felice
così mi dici
e in un impeto di diplomazia come i semafori la notte aggiungi che perdoni le mie scelte che sono scarpe slacciate
perché gli anni più stronzi della vita non ce li ridanno
per cui tanto vale
io sistemandomi gli occhiali appannati che porto raramente ti ringrazio
perché non mi prendi mai sul serio quando dico che mi ammazzo
perché finiamo per addormentarci avvinghiati anche quando ci stiamo sul cazzo
perché riesci a starmi dentro nonostante il poco spazio
nonostante le esondazioni di bile
quando ho dovuto minacciarti con l’ argenteria di tua madre
per farmi portare al cinema a vedere quel film sui diari e le motociclette in lingua originale e senza sottotitoli
e le sigarette nei parcheggi di una grande mela che svetta su tutto
andiamo a vivere dietro a new york
a fare la spesa con prodotti rigorosamente sottomarca
la birra birra il latte latte la cola cola i biscotti biscotti
così per sentirci un po’ scontati
un po’ come la storia che oggi più si è normali e più si è anomali
un po’ come la storia che siamo rimasti solo io e te senza i tatuaggi
e una cena assieme senza scarnificarci è olio per ingranaggi
ora che passo ogni notte a guardarti mentre progetti i nostri paesaggi.
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