UNA FORMA DI RESISTENZA COME TANTE ALTRE

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giovedì 30 luglio 2009

peggio del giorno undici gennaio millenovecentonovantanove

mentre i cantieri estivi stravolgono i centri città

i nostri litigi dissestano le nostre giornate

e le infinite bassezze

che non cresceranno mai

se non in peggio

parte fondante di questa gioventù smorzata

con la convinzione che fondamentalmente il mondo finisce tutti i giorni

per qualcuno

qualche volta troppo presto

qualche volta troppo

che ridiamo a rotta di collo pensando che ci poteva andare peggio

ad esempio potevamo stare assieme felici e incoscienti tutta la vita

assolutamente molto peggio

e a un dio a lieto fine non credere mai

che avevamo tutte le carte in regola perché andasse male

invece impegnandoci anche poco siamo riusciti a farla andare malissimo

coi tumori sulla rampa di lancio

alla conquista di qualche organo vitale

senza bandiere da piantare

e se ti tagliassero a pezzetti

non sai che sollievo

che ci siamo tirati addosso bottiglie di vita intere

e altri infiniti pezzi di casa

la tua gonna da ingoiare e la mia manica

di problemi

che mi dici che sono cambiato e che ti ho fregata

io ti dico che non vendo quello che sono ma quello che faccio

e le overdose di camomilla per tranquillizzarti che ti agitavi ancora di più

gli errori migliori nascosti sotto la sabbia

cartine al tornasole di un rapporto ormai finito

andiamo a vedere la più vicina catena di smontaggio

per sostituirci

per vederti arrivare finalmente

nuova

che sulla statale per il mare ci siamo fermati a pisciarci addosso

per marcare i nostri territori troppo polverosi

che siamo un universo di propensioni che tende all’ infinito

finchè non ci adotterà una famiglia di platani

per fermarci

ci fecero l’ esame dell’ alito e delle urine

per ingabbiarci

ci spiegò il meccanismo un poeta deluso

che chiederei l’ ergastolo se ci lasciassero nella stessa cella

con uno stuolo di talebani nel cuore per farci esplodere

e i riflessi condizionati davvero troppo

ti ho detto dammi quello che vuoi io quel che posso

un osso

e ci troviamo a salivare molto più dei i cani di pavlov

che mica lo sapevano loro

che l’ amore è uno stimolo

acquolina al cuore

e spostare il cartello deviazione proprio davanti ai miei piedi

poco prima di me

per non raggiungerci mai

e a un dio senza fiato non credere mai

e la violenza della tua evanescenza

i nostri processi cognitivi archiviati

che ci incroceremo in stazione in partenza per le nostre crociate strettamente personali

e le perquisizioni ai nostri cervelli migratori

che ci facevano i complimenti anche i binari dei treni

per quanto riuscivamo ad andare avanti dritti ciascuno per la propria strada

che da troppo lontano mi chiedevi perché

e io sapevo solo alzare le braccia

come quella volta in cui alla diga più grande del nord italia ci siamo messi agli estremi

urlarci addosso il bello e il brutto a cento metri di distanza con l acqua che scorreva a squarciagola

per perderci sia il bello che il brutto

per perderci sia il bello che il brutto

per perderci sia il bello che il brutto

vigliacchi noi come la birra analcolica dei discount

poi venirsi incontro sempre più vicini

per riuscire a capirsi

e ci siamo sentiti quasi intelligenti perché ci sembrava di avere trovato la chiave del conoscersi

ma non avevamo fatto i conti con le serrature ormai troppo introverse

e adesso a un dio non vedente credici eccome

che quando ero piccolo mi innamoravo di tutto correvo dietro ai cani

oggi mi innamoro solo di te e corro dietro al niente

poteva andarti decisamente molto meglio.


mercoledì 22 luglio 2009

scusare il disturbo che mica lo fa apposta

trovare gatti dappertutto

trovare persino gatti dentro altri gatti

che non ti puoi più sedere da nessuna parte

le allergie che bloccano il respiro diretto verso casa

e i tamponamenti a catena in galleria

mi dici che a tenerife tutti ballano tutti cantano

anche la stessa canzone per ore

là la salsedine piano piano si mangia le carrozzerie

che conviene comprare macchine piu vecchie possibili

questo è un paese per vecchi

potrei trovarmi molto bene deduco

che l’ anno prossimo a quest’ ora non vorresti proprio essere a venezia

e rido

perché tu non sei nemmeno quest’ anno a venezia

io invece sia questo che soprattutto il prossimo se continuo così

e i neonati piangono sulle terrazze comprensive sotto casa tua

in balìa di un’ onta subita da barbari

noi siamo l’ onta delle nostre famiglie cotte a fuoco lento

in balìa di onde subite da anni

lontani come boe destinate a non incontrarsi mai

forse affondando contemporaneamente ci troveremo alla deriva a braccetto

per non riemergere mai

che stiamo bene sul fondo noi

con le migliori intenzioni soffocate da acque poco dolci per non dire stronze

che non eravamo capaci di lasciarci stare

così non ci siamo accorti che il sole ci sorgeva alle spalle

il giorno del compleanno di nanni moretti

mentre tutti ci chiedevano se avevamo sostanze di cui non conoscevamo nemmeno il nome

mentre tutti smandibolavamo

mentre qualcuno ci moriva qui tra le braccia di una delle tante incoscienti spiagge dell’ adriatico

e noi coi falò per mandarci in cenere

per ritornare a vivere

e chissà che ora sarà sulla luna adesso

il bagnasciuga su cui mi hai rincorso che al buio potevamo credere di essere ai caraibi

se non fosse stato per i vetri sui cuori

nascondersi nei cantieri dei castelli di sabbia

a scopare

che a chiare lettere su spiagge pavimentate potremmo scrivere

a fare l’ amore

vita natural durante

che alle cinque di mattina con un frigo bar nello stomaco e l afghanistan nei polmoni eri bella per davvero

dio se eri bella bastarda

dio se eri bella

dio se eri

e il mio rifiuto verso la punteggiatura

che il tuo neo è un punto da dove può iniziare un periodo migliore

e il tuo uso della punteggiatura ottimo

che per quello che scrivi ti sposerei

magari a las vegas

che non hai scritto ancora abbastanza per meritarti un per sempre

il vederci del buono nel non stare mai insieme

ad esempio il non doversi lasciare mai

e restare deformati per i troppi sorrisi

con il tuo corpo che sveglierebbe perfino un membro del parlamento

e manuelagnelli dentro marylin non la fa mai in concerto

che a centometri dal palco si sono quasi affogati i nostri capelli

panchine fradice e gambe malconce

ci facevamo bastare la birra più depressa del veneto

ci facevamo ma chi se lo ricorda

poi solo un istinto prorompente e altruista

ascoltare a squarciagola

molto difficile per dei soggetti borderline come noi

che senza essere eccessivo definirei eccessivi

e poi la varietà del friuli che ho scoperto pronunciarsi con l’ accento sulla u friùli

che bene

il treno ferma a sacìle

la mente percorre la lunga strada di terra

fino a pasolini le scuole elementari e le prime poesie già raffinatissime

sentirsi forti come john henry

eppure ci aprivano anche le lattine per quanto ci vedevano deboli

che ci rimanevano soltanto le consolazioni della filosofia

che forse avremmo dovuto finire l’ università per prendercela nel culo qualche volta di meno

e il problema non è tanto il partire assieme

quanto il tornare separati

allora

non torneremo mai

compila questo modulo e metti una firma qui

proprio qui

dove ce scritto mia per sempre

che dopo qualche anno ci urleremo cose tipo

ti prego non lasciarmi

i debiti

che una volta quando mi vedevi mi chiamavi amore

adesso quando mi vedi chiami gli sbirri

e tutti quelli che se crepano se ne accorgono solo i colleghi sul lavoro

e a un dio fatti il culo tu non credere mai

che ci violentavamo in camera mia per tutto il mese di luglio con requiem in loop come sottofondo

ma senza denunciarci

che la scrivania non la si usava per studiare proprio no

questo è il mio corpo offerto in sacrificio per te

scoppiare ma certamente non di salute

e il marchese del grillo non l’ avevamo visto per niente quella sera

ve lo meritate alberto sordi

ve lo meritate

l’ essere onesti solo con le persone di cui non ti importa nulla

mentire solo alle persone che per te sarebbero disposte a mentire

sempre

so cosa non voglio fare da grande

capezzone

che poi quando ti passa la rabbia queste cose non le pensi mica

agnelli travestiti da bestie che ci fanno solo tenerezza ormai

guardarli affogare nel proprio piscio

che ci hanno costretti ad essere figli dei fiori

del male

smanie da poeti malridotti maleodoranti

e se lasciandoci la pelle la lascerai a me allora puoi pure lasciarla

che saprò gioire del tuo profumo su di me per sempre

amen.

sabato 18 luglio 2009

titolo approssimativo che parla di noi che ci piacciono cose che non piacciono a nessuno perché abbiamo un animo industriale tendente al grigio

bisogna lavorare bisogna scrivere bisogna pensare

ma non per un fine

quanto per sentirsi inseriti in una collettività

che abbraccia il primo e l’ ultimo uomo che apparirà sulla terra

il pensiero di tondelli che se lo dice lui ci crediamo

riposarsi in ogni pausa tra una lettera e l’ altra di questo periodo

e tu che mi dici che ora capisci

che è quello che sto facendo

molto bene

almeno nelle ultime due maniere non di certo nella prima

lavoro saltaci addosso e finiscici se proprio devi

che di portarti appresso tutta la vita non ne abbiamo proprio intenzione

e le nottate a sentirci male in internet

schiantarsi violentemente sul monitor per abbracciarci

con gli airbag sul cuore per attutire le delusioni

attutire le lesioni

i trapianti di chiavette usb per non perderci nulla

soprattutto i virus più affezionati

ricomporci le schiene a pezzi come l’ europa dell’ est

e i tuoi missili intelligenti che però non si applicano

dalle isole più remote

su tutte le altre puttane del continente che tentano di invadermi

e le testate nucleari sui nostri nasi arabi

rubare roulotte agli zingari per portarti in gita quattro giorni

farsi raggiungere farsi ammazzare che tanto è stato bello così

rischiare di non essere niente per provare ad essere tutto

stare delle ore ad osservare i nostri limiti

che ti spaventa credere che io non ne abbia

e tu mi dici che se ce qualcosa che non ti manca dell’ italia sono le ferrovie dello stato

e io mi chiedo quale stato?

lo stato è stato

non lo è più

forse lo sarà

e la mia camicia blu metalmeccanico per venire ad aggiustarti

che le case ristrutturate ci sono solo in italia

che hanno la dignità di cinquantenni col debole della plastica

altrove si abbatte per ricostruire

come noi due ma in due città diverse

magari mi piovesse addosso

che hai ragione tu noi non abbiamo senso

e non andremo mai al cinema assieme

perché siamo irrimediabilmente dipendenti dalla nicotina e senza duriamo metà di una metà di un tempo

io e te possibili più che probabili

rubare le mie frasi migliori al centro salute mentale

con le sostanze nelle tasche per rovinarci

chimica chimica chimica

chi mi capisce?

è tutto così difficile come starnutire al volante

e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile

guidare come un pazzo a fari spenti nella notte

gli interpeti della musica italiana meramente esecutori dovrebbero morire tutti

che sono i più

e anche tu

il modo in cui me lo dici sa di avanguardia

cosi

il cuore rallenta la testa cammina in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento a forza di essere vento

svanendo.


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