UNA FORMA DI RESISTENZA COME TANTE ALTRE

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lunedì 15 dicembre 2008

amori col compasso

mi dici che il mio umore è vario come le banlieues francesi degli anni settanta

io ti rispondo che noi siamo peggiorati come le banlieues parigine del duemila

che per riavviarci ci siamo disinstallati le emozioni infettate e formattato i sentimenti

che per cancellarci ci facciamo infiniti bagni immersi in formaldeide

che per imbalsamarci i cuori ci spareremo addosso a più non posso

e gli amori scelti puntando un compasso su una cartina geografica trovata in macchina di tuo padre,

gira tutto intorno alla stanza mentre svanisce la speranza degna di un malato terminale ,

così mi escludi per una manciata di chilometri che pesano come i viadotti che ci separano

tu percorri strade che diventano specchi

mentre io mi blocco davanti a svincoli che portano soltanto a futuri imperfetti

ora che rivorrei anche solo tutti i tuoi difetti

tempi moderni di ballate dei playboy in tv e di verità in confetti

collegare con una bic i tuoi nei e scoprire che non parlano di me

vestirsi male per il cattivo gusto di farlo

esaurire tutte le idee e buttarla sul romantico come ora

e magari abituarsi, abituarsi è comodo ma soprattutto brutto

soprattutto quando ci si abitua anche alla pioggia come in questi giorni

tutti tranne noi

così ci ripariamo correndo coi sacchi neri della spazzatura rubati in stazione

perché non siamo nati previdenti, nemmeno con la camicia

che comunque sia a quest’ ora sarebbe fradicia

dopo aver scoperto che ci sono anche poliziotti gentili che ti porgono coltelli

per amputarci i cuori, per sopravvivere

ieri che scendeva tanta acqua da piovermi in testa, dentro,

e tu là sei affogata tra pensieri che sanno di traffico e smog

perché non siamo in grado di svuotarci, per rianimarci,

i ladri di emisferi ci hanno rubato le estati da qui al tremila ma tu non disperarti.


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