non saremo normali mai
abbiamo perso perdiamo e sempre perderemo
per consolarmi penso da anni che qualcuno lo dovrà pur fare
voglio dire questo copione è il nostro destino
ogni tanto vorrei che le nostre giornate fossero concentrate come nei telefilm
tresettimane in ventiminuti
pranzo in uno cena in due gioie in quattro tristezze in tanti
invece noi siamo falene che si ostinano a sbattere contro lampadine incandescenti
sia benedetta l’ elettricità che ci attraversa e ci fa precipitare al suolo
l’ uomo è una cosa vertiginosa
l’ uomo è una cosa vertiginosa
l’ uomo è una cosa vertiginosa
perché dove finisce la natura inizia l’ ossessione
e scopriamo che se non si poteva essere seri a diciassette anni
a ventisei non si può fare di meglio
così oggi l’ ansia è una coltre di fumo passivo che ci circonda e non è certo di aiuto
perché già di nostro consumiamo tre accendini al giorno
come quando ci cercavamo le mani seduti scomposti ai nostri banchi di nebbia
sai mai che ci vediamo là
sia mai che ci vediamo là
tra le nostre fughe e quelle del pavimento
nonostante fosse estate
nonostante fosse eterno
per non squagliarci nel letto ci limitavamo a tenerci per mano fianco a fianco pancia in su
come morti
poi il giorno che non siamo riusciti a resisterci tra le tue lenzuola
del nostro sudore ci abbiamo fatto un mare
di amore
ma siamo cuori dislessici dal futuro imperfetto
e per quanto procediamo parallelamente non ci incontreremo all’ infinito
madidi di scelte sbagliate che tracciano pur sempre una direzione
come quella di perdermi nelle tue parole alla ricerca di una nuova sintassi
perché alla fine siamo soltanto due pezzi di carne
a trentacinque centimetri di distanza
come cani
e dal momento che la solitudine è uno dei dieci incidenti casalinghi che fa più vittime
abbracciamoci tanto da essere parete e tetto
per non volare via nel nero
per ascoltarci davvero
che è strettamente necessario farlo mentre si vive sai?
altrimenti si finisce per stonare senza accorgersene
come quando canti con addosso le tue cuffie ingombranti
sono io a sentire che perdi l’ intonazione
ti prego facciamo sì che questo non ci accada
manteniamo la melodia
come matti
poi quando arriverà il momento giusto scordiamoci
radiamo al suolo i nostri ricordi
che la memoria è nemica dello stupore
e nonostante i rimproveri di chi ormai questa venezia la conosce a memoria tanto da esserne stufo
io la ringrazio per non avere ancora imparato ad orientarmi
così da meravigliarmi per quello che mi aspetta dietro ogni angolo voltato
dove ogni notte prego di ritrovare te
ora che ti ho dimenticata.
2 commenti:
eccoti qui.
sto male. perchè un addio? leggere adesso certe parole...è settembre! è finita l'estate. questo tuo pezzo sembra gridare tra le righe, " la vita senza te sarà un tormento, ma va avanti lo stesso." sarà stata la nebbia, le pareti che si avvicinano, il tenersi per mano per non perdersi/squagliarsi, la serietà dei 17 anni.
tutto è perfetto per un suicidio lucido all'aria aperta.
ti prego non farlo più, sii più gioioso, se puoi. a 26.
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