portami ad abortire le mie peggiori ambizioni nelle tue discariche interiori
a farci rapinare sulle navicelle spaziali disorientate
che ci viene da ridere a pensare alle loro facce quando apriranno i nostri portafogli
il perché della scelta della parola portafogli non l ho mai capito
anche se nel nostro caso è più che appropriata
e gli ideali gambizzati
in pomeriggi di shopping selvaggio con renato curcio sottobraccio
le nostre acque territoriali prosciugate
che dentro sono tutti quanti morti sguazzandoci poco allegramente
al confine fanno tanto gli schizzinosi oggi
ma alla fine degli anni settanta c’ era ancora il colera a napoli
che si stava meglio al tempo temo
e i concerti acustici dei metal detector in biblioteca
le multe alle nostre intenzioni per tutelarci
che non si sa mai
che ci verranno ad arrestare per tristezza in stato di ebbrezza
e quelli che un giorno partono e non tornano mai
indietro come gli orologi
in anticipo su tutti come i fornai
che ci sfamavano la mattina dopo i nostri viaggi brevissimi
che senza saremmo morti su qualche panchina riverniciata male come la tua timidezza
su qualche sillaba messa malissimo tipo ti amo
aversi
su un sedile qualsiasi
attratti e osceni in luogo pubblico
a tratti scemi in luogo pubblico
la prima volta che ci siamo presi per mano
credo anche l’ ultima
molto più frequente il prendersi a morsi il cuore
e le poesie di marceline desbordes-valmore
che ci piaceva pensare che una donna potesse essere un poeta maledetto
che ci sentivamo incinta ma in testa
sono triste in città e mi annoio in campagna
i piaceri della mia età non possono salvarmi dalla noia del tempo
e le poesie non servono a niente
le interruzioni di gravidanza in spagnolo prima di colazione
che ci sentivamo dei criminali anche poco furbi sotto torchio in questura
che ci sentivamo piccoli davanti a quel camice
alle sue radiografie ai nostri sensi di colpa
e le storie finite negli internet point per le connessioni limitate
le webcam annoiate
i pakistani che non ci chiedono nemmeno più i documenti
terroristi di noi stessi sorpresi da luci al neon balbuzienti
che quello che scrivo sembra un componimento dadaista allestito alla cazzo
con tristan tzara che mi tira i fili del cervello
e come è triste sara
che quando ti ho fatto leggere le mie parole hai pianto porca puttana
a duecento euro di aereo da qui
che tanto non ci pagheranno mai
come i colloqui di lavoro con noi stessi
che ci faremo sapere ma tanto non ci prenderemo
soprattutto io
come quella volta che non mi credevi e mi sono aperto il cranio per farti controllare
le cicatrici sui ricordi e le frontiere troppo poco spaziose
per invaderti in massa
addormentarsi sulle tue palpebre per non perderti di vista ancora una volta
invece mi sveglierò frastornato e solo non prima di mezzogiorno
e le metropolitane sottocutanee dirottate
per non provare davvero più un cazzo
comprerò un cervello nuovo dai cinesi
esploderemo abbracciati
proprio adesso che ho smesso di fumare
e pasolini sapeva ma non aveva le prove
ora noi sappiamo abbiamo anche le prove ma non cambia un cazzo comunque
ostia resterà impunita
resteranno gli eserciti di ombrelloni in spiagge libere di fare quello che vogliono
se avessi i soldi ti porterei ogni giorno al mare
ad affogare
e i corrieri della sera non sono più quelli di una volta
e la camorra la la la camorra
sale verso l’ alto come il caldo nella tua stanza molto colorata ma orrenda
quando mancavano le rassicurazioni da chi andavamo a subaffittare i cuori?
gli sconcerti che andremo a sentire quando tornerai
se tornerai
che tanto non tornerai
soprattutto da me dicevi
e poi i registri della questura spaventati
i libri di storia cancellati
i fatti emarginati
come in piazza dante
che i buchi glieli vedi addosso appena fuori dalla stazione
a cento metri di distanza
siamo solo bravi a dimenticare qui
per te sono solo un gioco di parole
sono solo un gioco
sono solo
mentre te ne vai ti volti e mi urli che la città diffusa genera mostri
per tutte le mattine in cui ho deciso deliberatamente di cambiarmi il fuso orario
per la vita che è una scatola vuota circondata di niente
limitiamo il sangue delle stragi con gli stracci comprati sotto casa
e le giornate con le emozioni sottocoperta
l’ inutilità del credersi
innamorati
chi ha insegnato a volare a falcone e borsellino?
che non eravamo neanche alle medie porca puttana.
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