UNA FORMA DI RESISTENZA COME TANTE ALTRE

Visualizzazioni totali

lunedì 6 luglio 2009

abbiamo cambiato layout alla nostra vita

portami ad abortire le mie peggiori ambizioni nelle tue discariche interiori

a farci rapinare sulle navicelle spaziali disorientate

che ci viene da ridere a pensare alle loro facce quando apriranno i nostri portafogli

il perché della scelta della parola portafogli non l ho mai capito

anche se nel nostro caso è più che appropriata

e gli ideali gambizzati

in pomeriggi di shopping selvaggio con renato curcio sottobraccio

le nostre acque territoriali prosciugate

che dentro sono tutti quanti morti sguazzandoci poco allegramente

al confine fanno tanto gli schizzinosi oggi

ma alla fine degli anni settanta c’ era ancora il colera a napoli

che si stava meglio al tempo temo

e i concerti acustici dei metal detector in biblioteca

le multe alle nostre intenzioni per tutelarci

che non si sa mai

che ci verranno ad arrestare per tristezza in stato di ebbrezza

e quelli che un giorno partono e non tornano mai

indietro come gli orologi

in anticipo su tutti come i fornai

che ci sfamavano la mattina dopo i nostri viaggi brevissimi

che senza saremmo morti su qualche panchina riverniciata male come la tua timidezza

su qualche sillaba messa malissimo tipo ti amo

aversi

su un sedile qualsiasi

attratti e osceni in luogo pubblico

a tratti scemi in luogo pubblico

la prima volta che ci siamo presi per mano

credo anche l’ ultima

molto più frequente il prendersi a morsi il cuore

e le poesie di marceline desbordes-valmore

che ci piaceva pensare che una donna potesse essere un poeta maledetto

che ci sentivamo incinta ma in testa

sono triste in città e mi annoio in campagna

i piaceri della mia età non possono salvarmi dalla noia del tempo

e le poesie non servono a niente

le interruzioni di gravidanza in spagnolo prima di colazione

che ci sentivamo dei criminali anche poco furbi sotto torchio in questura

che ci sentivamo piccoli davanti a quel camice

alle sue radiografie ai nostri sensi di colpa

e le storie finite negli internet point per le connessioni limitate

le webcam annoiate

i pakistani che non ci chiedono nemmeno più i documenti

terroristi di noi stessi sorpresi da luci al neon balbuzienti

che quello che scrivo sembra un componimento dadaista allestito alla cazzo

con tristan tzara che mi tira i fili del cervello

e come è triste sara

che quando ti ho fatto leggere le mie parole hai pianto porca puttana

a duecento euro di aereo da qui

che tanto non ci pagheranno mai

come i colloqui di lavoro con noi stessi

che ci faremo sapere ma tanto non ci prenderemo

soprattutto io

come quella volta che non mi credevi e mi sono aperto il cranio per farti controllare

le cicatrici sui ricordi e le frontiere troppo poco spaziose

per invaderti in massa

addormentarsi sulle tue palpebre per non perderti di vista ancora una volta

invece mi sveglierò frastornato e solo non prima di mezzogiorno

e le metropolitane sottocutanee dirottate

per non provare davvero più un cazzo

comprerò un cervello nuovo dai cinesi

esploderemo abbracciati

proprio adesso che ho smesso di fumare

e pasolini sapeva ma non aveva le prove

ora noi sappiamo abbiamo anche le prove ma non cambia un cazzo comunque

ostia resterà impunita

resteranno gli eserciti di ombrelloni in spiagge libere di fare quello che vogliono

se avessi i soldi ti porterei ogni giorno al mare

ad affogare

e i corrieri della sera non sono più quelli di una volta

e la camorra la la la camorra

sale verso l’ alto come il caldo nella tua stanza molto colorata ma orrenda

quando mancavano le rassicurazioni da chi andavamo a subaffittare i cuori?

gli sconcerti che andremo a sentire quando tornerai

se tornerai

che tanto non tornerai

soprattutto da me dicevi

e poi i registri della questura spaventati

i libri di storia cancellati

i fatti emarginati

come in piazza dante

che i buchi glieli vedi addosso appena fuori dalla stazione

a cento metri di distanza

siamo solo bravi a dimenticare qui

per te sono solo un gioco di parole

sono solo un gioco

sono solo

mentre te ne vai ti volti e mi urli che la città diffusa genera mostri

per tutte le mattine in cui ho deciso deliberatamente di cambiarmi il fuso orario

per la vita che è una scatola vuota circondata di niente

limitiamo il sangue delle stragi con gli stracci comprati sotto casa

e le giornate con le emozioni sottocoperta

l’ inutilità del credersi

innamorati

chi ha insegnato a volare a falcone e borsellino?

che non eravamo neanche alle medie porca puttana.


Nessun commento:

Post più popolari