UNA FORMA DI RESISTENZA COME TANTE ALTRE

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sabato 15 agosto 2009

i ritardi del tempismo

probabilmente abbiamo il tempismo di certi tizi noi

che prendono aerei destinati ad insabbiarsi negli oceani

che anche dovesse accadere cosa può importarci?

non sono mica nostri quegli uccelli di latta

in ogni caso continua a piacermi l' atterrare

sicuramente abbiamo l’ età dalla nostra parte

da fare invidia alla nazionale olimpica cinese

per carità stai attenta all’ eta

che srotolato si scrive euskadi ta askatasuna

che ho paura ti facciano saltare in aria senza riprenderti

con i guinzagli trasparenti che magari non te ne accorgi

per provare a fidarsi

e i nostri dentisti a mio modesto parere troppo ottimisti

che siamo finiti a non poter più ridere

se non di spalle

cosi invaderemo la spagna a nuoto

turisti di una fecondazione assistita poco e male

per nascere sbagliati ancora una volta

e i tanto attesi esodi dei nostri progetti

per disarcionarci il passato

la patente a punti per i nostri atteggiamenti

che per come conduciamo il gioco ce la ritireranno brindando

in questo nostro weekend postmoderno

che ti chiamo e mi dici ale sto vendendo i telefonini ti richiamo io

e poi evidentemente devi averli venduti proprio tutti perché non ti ho più sentita

che a forza di maieutica ci siamo svuotati dentro

e adesso siamo pieni di merda fuori

come in un film di kassovitz

ci si sente proprio bene dopo una bella cacata

come nel nostro paese

dove i migliori saltano in aria e i peggiori restano incollati alle poltrone

e senza via d’ amelio si stava meglio

ma mi fermo qui retorica e demagogia la lascio agli altri

che non so neanche di non sapere

che ai checkin abbiamo imparato a negare

negare tutto anche di fronte alla più obesa evidenza

delle nostre facce tristi

e i cattivi presagi sono proprio senza scrupoli

oggi che ci accarezziamo con gli sguardi

in certe altre dimensioni

esagerate

da un autobus che ci trapianta agli opposti

così in fretta da non avere nemmeno il tempo di vederti piangere

i nostri giorni migliori

che forse la realtà è quella riflessa nei pavimenti

noi solo qualcosa che esiste nel momento in cui una donna delle pulizie ci lucida

sono le quattro del mattino in questo aeroporto addormentato

ed ho appena ammazzato anche la noia

magari mi costituisco e mi faccio arrestare

e chissà se esiste una regola per le regole

che spesso l’ amore fa male

quindi l’ odio può anche fare bene

così imparo a camminare sui cornicioni delle raffinerie

per raffinarmi

quando dalla spiaggia provavamo a vedere l' africa di profilo

ma era già tutta morta

e le esplorazioni interiori a bordo di macchine più vecchie di noi

che non pranzavamo per fare benzina

per isolarci

affondando in sabbia nera come i nostri umori

e come una roccia che pende avremo le stesse pretese addosso a me e te

che non so più cosa fare per tenerti

non so più cosa fare per tenermi

sveglio

e le sfilate delle hostess per decollare

questa notte che la luna è piena

di sé

più di te

più di quanto io lo sia di te

temo che le sigarette finiscano troppo presto

soprattutto se me le spegni addosso

per via del tuo timore che prima o poi non avremo più niente da dirci

ci daremo appuntamento nei più dispersi luoghi comuni

che non ci sia troppa gente mi raccomando

noi che non valiamo nemmeno il prezzo del biglietto

così non siamo nemmeno entrati a guardarci

non siamo nemmeno entrati

noi non siamo

e ce ne pentiremo

dio se lo faremo

che mi stai rivoltando la vita come una manifestazione proletaria degli anni di piombo

io fuso

e se fossimo da antologia?

ci potremmo leggere fino alla prossima edizione

oggi che finalmente qualcuno ci dice che scriviamo di merda

che altrimenti ci montavamo la testa

e invece stiamo tanto bene senza

che in moto col casco divelto ho fatto il viaggio fino a casa urlando il tuo nome in tutti i modi possibili

per sentire come suona il chiamarti visto che non lo faccio mai

per sapere in quale supermercato vai

che da quando te ne sei andata non rifaccio più il letto

costretto

sui nostri viadotti ignoranti

con le luci senza interruttori per non spegnersi mai

e quando non ce la faremo davvero più in questo vasetto di nazione a fondo perduto

allora andremo a vivere in via dei matti numero zero

che ci sarà un centro commerciale adesso

che la legge basaglia non può funzionare in italia

e gli omosessuali come preferiranno essere chiamati?

che i problemi maggiori nascono quando dai un nome alle cose

ma come fare altrimenti?

ci vogliono altre menti

nel senso che ci vogliono cambiare

mandiamo in aspettative le nostre aspettative

soprattutto le mie

e quegli avvisi appesi al collo come massi recitano

stiamo lavorando per noi

che non ci crede nessuno

soprattutto noi

che ci perdiamo ad un centimetro dalle nostre bocche

per non ritrovarci

come quella volta che ti ho deglutita ed è finita di merda

che io stesso questa l' ho capita dopo averla scritta

che spesso ti stupisci di quanto possiamo essere volgari

mi dici che le ragazze vogliono essere scopate forte

tutte

e tu sì che sei la mia stella

cadente

e le dolorose considerazioni del cuore senza fissa dimora

che forse saremmo dovuti nascere una generazione fa

per morire prima

che tanto non l’ avremmo saputo ma oggi ci piace ugualmente pensarlo

mentre sulle colline rossastre di santa cruz ci aspettavamo di vedere comparire da un momento all’ altro la scritta

hollywood

ma quel momento non arriverà mai

perché finiscono così le nostre vacanze

ogni volta in anticipo rispetto a quel che si sperava

dovremmo sempre partire per ultimi per abbattere l’ invidia

come il muro di berlino

che da quando è caduto non riesci più a distinguere buoni e cattivi

oggi è il giorno

ma ho deciso di restare

mi parcheggio sotto casa tua in quarta fila

con tutte le paure nel baule

mentre il mondo ci suona addosso un branco di clacson che sono cani rabbiosi

noi lasciamo fare

che tanto torno subito.


4 commenti:

il Santo al Contrario ha detto...

"per sentire come suona il chiamarti visto che non lo faccio mai" ... è una cosa strana che mi capita: se amo una persona, non risco più a dire il suo nome. non so perchè, è come se mi vergognassi. così, una persona sa che se la chiamo per nome, all0ora vuol dire che non l'amo più.


"affondando in sabbia nera come i nostri umori" ... l'ho detto qualche giorno fa a una ragazza, mentre seduti in riva al mare guardavamo l'isola di Vulcano.


e pentirsi perchè non siamo neanche entrati a guardarci, si, fa poi pentire. maci i pente ancora di più quando si entra, ci si guarda, si resta affascinati e del tutto rapitida ciò che si vede ma comunque si va via senza guardare fino alla fine. allora ci si pente davvero. allora bisogna aspettare di avere un'altra nuoba occasione. e si manda in aspettativa le nostre aspettative. nel frattempo, l'odio fa benissimo.

E. ha detto...

l'afa di bologna non mi impedisce di leggerti immagazzinarti.

Anonimo ha detto...

"che a forza di maieutica ci siamo svuotati dentro"
...

NON ABBIAMO ABBASTANZA SOGNI PER ARRIVARE A FINE MESE ha detto...

grazie manuel di dedicarmi tanti pensieri.mi motiva.

chloè.immagazziniamoci fino a scoppiare.e l afa di agosto che adesso già mi manca.

netfaispas.hai azzeccato proprio il passaggio che piu piace a me.

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