UNA FORMA DI RESISTENZA COME TANTE ALTRE

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martedì 20 gennaio 2009

lunotti posteriori

così ci siamo salutati in un piazzale raffreddato

eravamo sigarette buttate ai bordi delle banchine in stazione

mi hai disegnato un cuore sullo sporco del lunotto posteriore della macchina

che non l avrei più lavata se solo non fosse stata quella di mia madre

che me la sarei tenuta sul comodino quella scatola di latta da quaranta cavalli

che mi sarei fatto tutta la strada del ritorno a casa in retromarcia

per provare a crederci

per provare a dimenticare la volta in cui ti ho detto ti amo e tu mi hai risposto cazzi tuoi

ed ero così imbarazzato che mi sentivo nudo in tangenziale

e mi sentivo crudo a farti male

chissà quanto ci manca per capire come investire al meglio il nostro tempo

investiamolo intanto e lasciamolo rantolante sul cemento

come roberto calvi e tanti altri che sono stati suicidati

portiamolo a ballare in qualche balera priva di norme igienico-sanitarie

che possa stramazzare su un tavolino come un spia russa

danziamo danziamo

tra coloro che pensano che si sciolga così gennaio

basta una bottiglia sempre piena, finché dura il fumo

e i nostri nomi pronunciati assieme uno dopo l’ altro sanno di anacronistico

come le parole coltivare andreotti gettone ricambio eroinomane pera panchina

perciò fuggiamo dal retro della nostra generazione

mano nella mano

che non ci troveranno mai

come tutte quelle cose più o meno importanti che non si devono trovare

tocca anche a noi

così i miei baci dalla provincia senza gps si sono persi prima di farti arrossire

e la tua fotosintesi clorofilliana si è esaurita senza farmi rinverdire

non ci resta che riverniciare le nostre impronte digitali

portare a lavare le nostre automobili interiori

compresi i lunotti anteriori e posteriori

compresi i cuori

per non riconoscerci

per non ritrovarci

mai più.


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